Quando si lavora in proprio può capitare di cadere in quella che definisco la “spirale della frustrazione”. Questa condizione inizia spesso con una sensazione di indecisione e mancanza di chiarezza sulle scelte o decisioni da prendere, sul senso di quello che stiamo facendo e sulla direzione da dare al nostro business. Questo ci porta a cercare informazioni che oggi non è difficile trovare. Ci guardiamo attorno, ascoltiamo consigli, leggiamo riviste e, soprattutto, ci perdiamo nel mare della rete dove c’è tutto e tutto si confonde. Iniziamo quindi ad applicare le strategie di cui abbiamo letto in quel dato sito, a fare marketing come suggerito da un altro sito, ma nulla sembra funzionare. Lavoriamo sempre più duramente, proviamo nuove soluzioni e nuovi approcci per accorgerci molto presto che nessuno fa al caso nostro e che i risultati ottenuti sono scarsi se non nulli. A questo punto ci impegniamo ancora di più, ma senza una direzione definita, restando di nuovo con un pugno di mosche… Tutto questo diminuisce ulteriormente la fiducia in noi stesse e fa aumentare l’indecisione, dando di nuovo il via al ciclo, ma ad un livello di energia e speranza sempre più basso.

In questi anni di libera professione e di collaborazione con tante clienti, ho imparato che il momento della frustrazione e del disorientamento arriva per tutte. Io stessa sono incappata in questa trappola che sembra essere una sorta di “plateau” fisiologico di ogni impresa a lungo termine. A meno di non essere estremamente fortunati o in qualche maniera sovrumane, è una circostanza assolutamente normale e le cause possono essere tante: le nostre energie non sono infinite, la routine può demotivare, il panorama (leggi: il mercato) attorno a noi muta troppo rapidamente, i nostri valori e obiettivi cambiano (cresciamo), ecc. In tutti i casi, è importante non gettare la spugna, ma, prima di tutto, utilizzare questo momento come occasione per fare il punto della situazione ed eventualmente rinnovare noi stesse e la nostra attività.

Se stai pensando “più facile a dirsi che a farsi”, be’, in parte ti do ragione… La spirale è una spirale non a caso: è di fatto un circolo vizioso che può richiedere qualche sforzo prima di lasciarci andare. Come sempre, tuttavia, avere una strategia ripaga e rende tutto più semplice. In questo articolo, voglio condividere con te ciò che ho imparato sulla mia pelle a riguardo e darti alcuni consigli proprio per ritrovare energie e motivazione nel più breve tempo possibile.

Come uscire dalla spirale della frustrazione

Se sei o ti sei trovata “impantanata” nella spirale della frustrazione, ecco ciò che mi ha aiutato quando ho affrontato momenti simili. Ovviamente, sono consigli che riflettono la mia esperienza e il mio approccio personale: falli tuoi e usali o scartali a piacere, ma non trascurare il fil rouge che li accomuna, ovvero “recuperare energie”, fisiche e mentali. Iniziamo.

  1. Fai il minimo indispensabile. Non affannarti a voler uscire dalla frustrazione a tutti i cosi e troppo velocemente. Anche questa emozione deve maturare prima di andarsene. Ma bisogna lasciarle spazio. Per questo, non iniziare mille nuovi progetti ma, anzi, prenditi un momento di pausa: non è un buon momento per mettere nuova carne al fuoco. Non solo rischieresti di affaticarti ulteriormente, ma anche di fare pasticci, frustrandoti ulteriormente. Quando avrai recuperato le energie e la gioia di lavorare farai tutto e meglio. Per un po’, quindi, fai solo ciò che ti serve per portare avanti la tua attività (onora gli impegni presi, segui i tuoi clienti, ecc.), ma nulla di più.
  2. Fai una pausa. In parole povere, stacca da tutto e da tutti per qualche ora (meglio ancora, per una giornata intera!). Personalmente trovo che, in questi momenti, la “terapia” migliore sia immergersi nella natura: fai una passeggiata in un bosco, vai al mare, visita un luogo naturale dove non sei mai stata, ecc. Allontanati dall’ufficio, dalla città, dal traffico… Oltre a noti benefici fisici (hai mai sentito parlare dei terpeni rilasciati dagli alberi?), stare al cospetto della natura–soprattutto di elementi “imponenti” come il mare, le montagne, il cielo—ridimensiona i problemi e rimette tutto nella giusta prospettiva.
  3. Prenditi cura di te. Questo è un consiglio che in realtà vale sempre, ma ancor di più in questi momenti. La frustrazione toglie energie che è necessario recuperare. Detto un po’ brutalmente, tu sei il cuore della tua attività e quindi devi “funzionare” bene. Il mio consiglio è di inserire nella tua routine quotidiana qualcosa che ti dia piacere. Può essere un corso che avresti sempre voluto fare, possono essere 10 minuti di streching, la lettura di un buon libro, qualche minuto di respirazione consapevole alla finestra, un auto-massaggio, una meditazione guidata, dipingere, la ripetizione di un’affermazione, ecc. Non importa cosa, l’importante è che crei un momento di benessere all’interno della tua giornata.
  4. Non zittire ma vivi la frustrazione fino in fondo. Come detto al punto 1, è necessario lasciare tempo e spazio alla frustrazione per esprimersi e maturare. Un esercizio utile per favorire questo processo è il “foglio della frustrazione”. In un momento in cui saprai di non essere disturbata, prendi un grande foglio e scrivi tutto quello che non ti va, ti infastidisce, ti ha deluso, ecc. Sfogati completamente, non trattenerti e non smettere fino a quando non senti di aver espresso tutto, proprio tutto quello che ti genera insoddisfazione.
  5. Riconnettiti con il tuo senso di scopo. Arrivata a questo punto, è ora di iniziare a “ricostruire” l’entusiasmo. Inizia ponendoti le giuste domande: perché fai ciò che fai? Qual era il senso della tua attività al principio? Perché hai scelto proprio quel percorso lavorativo? Cosa volevi (e cosa vuoi) offrire agli altri? Insomma come vuoi contribuire al miglioramento del (tuo) mondo? Vedere le cose dal punto di vista degli altri, definire chiaramente il beneficio che possono ottenere da ciò che fai, ti aiuterà a riacquistare la giusta prospettiva sul tuo lavoro.
  6. Pensa positivo. No, non intendo sforzarti di trovare a tutti i cosi il lato buono della frustrazione, ma di mettere nero su bianco tutto ciò che hai realizzato finora. Chiamiamolo “realismo positivo”. Come tutti, avrai certamente commesso qualche errore o sarai incappata in qualche imprevisto, ma quante sono invece le cose che sono andate alla grande? Quali risultati hai raggiunto e di cui puoi andare fiera? Quanti commenti positivi e i ringraziamenti hai ricevuto dai tuoi clienti in passato? Fai un nell’elenco e–perché no–premiati!
  7. Trova nuove strade. Cerca di vedere con distacco la tua situazione e inizia a immaginare (e a appuntarti) tutte le possibilità che hai per cambiare le cose. Puoi immaginare di dare consigli a un’amica che si trova nella tua stessa situazione. Se sei troppo coinvolta e non riesci a guardare con distacco le cose, fatti aiutare da un’amica o da un professionista.

In ogni caso, per decidere quale via seguire, parti dal grande e scendi nel dettaglio: stabilisci obiettivi a lungo termine e definisci in maniera sempre più puntuale i sotto obiettivi e le azioni da compiere per raggiungerli. Ampliare la prospettiva ti permetterà di vedere l’attuale momento di frustrazione come un piccolo incidente in un quadro più grande e significativo.

Bene, spero che questi consigli ti siano utili o ti saranno utili se incapperai nella “spirale della frustrazione”. Se hai altri suggerimenti, esercizi o modi per ritrovare l’entusiasmo e la motivazione nei momenti di difficoltà o anche semplicemente periodicamente, condividili nei commenti. E, se conosci qualcuno a cui questo articolo potrebbe essere utile, faglielo leggere!

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